Nota: Cada lunes la poesía de Félix Luis Viera. Puedes leer todos sus textos, publicados en el blog, en este enlace.
Cómo era
a Manuel Vázquez Portal
cómo era, preguntas
y te encuentras entonces
con la faz del olvido
Manuel Vázquez Portal
Era pequeña, Manuel, era pequeña
y la primera noche la esperé en un parque
oscurísimo
de una ciudad lejana,
venía vestida de blanco y esto fue, Manuel
en una noche de lluvia.
Era pequeña, y dulce como un pajarito
y yo me decía sin decírselo
que nunca olvidaría su ternura
porque su ternura, Manuel —lo vi enseguida—,
era
su misil más poderoso.
Te repito que era pequeña y entre mis manos
crujía como una brizna de yerba incendiada,
y nos amamos en aquel parque que dije y en
las calles y los ascensores
y en las habitaciones prestadas y robadas,
todo con la urgencia del que no vuelve, Manuel,
que eso es terrible.
La última vez que nos entregamos el amor fue la mañana
con una hora subrepticia como límite.
Yo la miré vestida, la miré desnuda, la miré
mucho
para estar seguro de que jamás olvidaría su figura;
escuché bien su voz junto a mi oído
y la terneza de sus ojos la dejé bien repartida
entre mis vellos,
miré su pequeñez, su sonrisa y sus gestos como
de un niño que amanece
y estuve seguro de que jamás olvidaría cómo era.
Pero la vida es del carajo, Manuel, es del carajo,
hoy he perdido su rostro, no lo hallo,
por más y más que me afano
mi memoria es una niebla gruesa que lo aleja.
Entonces tú, que has padecido de lo mismo,
si acaso sabes ya, ayúdame por favor, Manuel:
dime su rostro, solo su rostro que no encuentro,
cómo era.
Mayo de 1988
Com’era
a Manuel Vázquez Portal
com’era, chiedi
ed è così che incontri
il volto dell’oblio
Manuel Vázquez Portal
Era piccola, Manuel, era piccola
e la prima notte l’attesi in un parco
molto oscuro
d’una città lontana,
veniva vestita di bianco e questo accadde, Manuel
in una notte di pioggia.
Era piccola e dolce come un uccellino
e io mi dicevo senza dirglielo
che mai avrei dimenticato la sua tenerezza
perché la sua tenerezza, Manuel - lo vidi subito -,
era
la sua arma più potente.
Ti ripeto che era piccola e tra le mie mani
crepitava come un filo d’erba bruciata,
e ci amammo in quel parco che dissi
e nelle strade e negli ascensori
e nelle camere prestate e rubate,
tutto con l’urgenza di quel che non torna, Manuel,
che è una cosa terribile.
L’ultima volta che facemmo l’amore fu di mattina
con un’ora surrettizia come limite.
Io la guardai vestita, la guardai nuda, la guardai
molto
per essere sicuro che mai avrei dimenticato la sua figura;
ascoltai bene la sua voce vicino al mio orecchio
e la tenerezza dei suo occhi lasciai ben distribuita
tra la mia peluria,
guardai la sua minutezza, il suo sorriso e i suoi gesti come
d’un bimbo che si desta
e fui sicuro che mai avrei dimenticato com’era.
Ma la vita è maledetta, Manuel, è maledetta,
oggi ho perso il suo volto, non lo trovo,
per quanto mi affanni
la mia memoria è una nebbia spessa che l’allontana.
Allora tu, che hai sofferto la stessa cosa,
se per caso adesso lo sai, aiutami per favore, Manuel:
dimmi il suo volto, solo il suo volto che non ritrovo,
com’era.
Maggio 1988
a Manuel Vázquez Portal
com’era, chiedi
ed è così che incontri
il volto dell’oblio
Manuel Vázquez Portal
Era piccola, Manuel, era piccola
e la prima notte l’attesi in un parco
molto oscuro
d’una città lontana,
veniva vestita di bianco e questo accadde, Manuel
in una notte di pioggia.
Era piccola e dolce come un uccellino
e io mi dicevo senza dirglielo
che mai avrei dimenticato la sua tenerezza
perché la sua tenerezza, Manuel - lo vidi subito -,
era
la sua arma più potente.
Ti ripeto che era piccola e tra le mie mani
crepitava come un filo d’erba bruciata,
e ci amammo in quel parco che dissi
e nelle strade e negli ascensori
e nelle camere prestate e rubate,
tutto con l’urgenza di quel che non torna, Manuel,
che è una cosa terribile.
L’ultima volta che facemmo l’amore fu di mattina
con un’ora surrettizia come limite.
Io la guardai vestita, la guardai nuda, la guardai
molto
per essere sicuro che mai avrei dimenticato la sua figura;
ascoltai bene la sua voce vicino al mio orecchio
e la tenerezza dei suo occhi lasciai ben distribuita
tra la mia peluria,
guardai la sua minutezza, il suo sorriso e i suoi gesti come
d’un bimbo che si desta
e fui sicuro che mai avrei dimenticato com’era.
Ma la vita è maledetta, Manuel, è maledetta,
oggi ho perso il suo volto, non lo trovo,
per quanto mi affanni
la mia memoria è una nebbia spessa che l’allontana.
Allora tu, che hai sofferto la stessa cosa,
se per caso adesso lo sai, aiutami per favore, Manuel:
dimmi il suo volto, solo il suo volto che non ritrovo,
com’era.
Maggio 1988
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Félix Luis Viera, poeta, cuentista y novelista, nació en Santa Clara, Cuba, el 19 de agosto de 1945. Ha publicado siete poemarios; tres libros de cuento; cuatro novelas y una noveleta.
Entre los premios que recibiera en su país natal, se cuentan el David de Poesía, en 1976; el Premio Nacional de Novela, en 1987, por Con tu vestido blanco, que recibiera al año siguiente el Premio de la Crítica, galardón que ya le había sido otorgado a este autor, en 1983, por su libro de cuento En el nombre del hijo.
Su poemario La patria es una naranja, que aborda el tema del exilio a la par que incursiona en la realidad mexicana, ha tenido una buena acogida de crítica y público y recibió en Italia el Premio Latina in Versi en 2013.
Es ciudadano mexicano por naturalización. Reside en Miami.
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Gordiano Lupi, periodista, escritor y traductor, nació en Piombino, Italia, en 1960. Fundador, en 1999, junto con Maurizio y Andrea Maggioni Panerini de la editorial La Gaceta Literaria, ha traducido del español a varios autores cubanos, como Alejandro Torreguitart Ruiz, Guillermo Cabrera Infante, Félix Luis Viera y Virgilio Piñera, entre otros. Cuenta en su haber con una amplio trabajo sobre figuras del cine, entre ellas Federico Fellini, Joe D´Amato y Enzo G. Castellari. Ha publicado más de una decena de libros que abarcan diversos géneros, como Nero tropicale, Cuba magica, Orrore, ertorismo e ponorgrafia secondo Joe d´Aamto y Fidel Castro – biografia non autorizzata.
Gordiano Lupi es un luchador por la democracia para Cuba y un promotor de las artes y la cultura de la Isla.